“Che cosa è la speranza?” Si dice fosse stato chiesto ad Aristotele. “È il sogno di uomo sveglio”, avrebbe risposto (Vite dei filosofi, Diogene Laerzio). Nel mondo romano, invece, la speranza si concretizza nella personificazione di una dea, Spes, che appare associata a Salus e Fortuna, ricevendo una connotazione di natura politica, quale buon auspicio per l’imperatore e di felice sviluppo per l’Impero. Proseguendo in questa breve digressione e lasciandomi cullare da un volo neanche tanto pindarico, il caro Giacomo Leopardi, afferma che la speranza è il bene maggiore dell’uomo perché gli consente di realizzare il piacere anche soltanto nella sua attesa; mentre il categorico pensiero di Nietzsche la chiama “virtù dei deboli”. Per Emily Dickinson è un pensiero tenero: “La ‘Speranza’ è una creatura alata – che si viene a posare sull’anima – e canta melodie senza parole – senza smettere mai”. La speranza, se ci pensiamo bene, è sempre presente in ogni cultura e in ogni epoca e il suo significato aderisce, modellandosi, sul pensiero e sulla cultura dei diversi popoli, nel tempo e nelle latitudini. E per noi capi siciliani cosa è la speranza? E cosa rappresenta per noi?
In questo focus, attraverso i diversi articoli, desideriamo conferire alla speranza un significato attivo che si traduce nella volontà fattiva di ogni capo di essere avanguardia e cercare nuove strade, ma per cosa e per dove? Di certo per agire la nostra azione educativa in modo sempre più efficace rispetto ai ragazzi che ci vengono affidati e costruire con loro un futuro ben vivibile per tutti.
A questo punto in questo “viaggio” dentro i significati della speranza che si fa motore di cambiamento, non posso non citare il nostro amato Papa Francesco quando dice sulla speranza che “È una virtù che non delude mai: se tu speri, mai sarai deluso”, è una virtù concreta, “di tutti i giorni perché è un incontro. E ogni volta che incontriamo Gesù nell’Eucaristia, nella preghiera, nel Vangelo, nei poveri, nella vita comunitaria, ogni volta diamo un passo in più verso questo incontro definitivo” (Omelia di Santa Marta, 23 ottobre 2018). “La speranza ha bisogno di pazienza”, proprio come bisogna averne per veder crescere il grano di senape. È “la pazienza di sapere che noi seminiamo, ma è Dio a dare la crescita” (Omelia di Santa Marta, 29 ottobre 2019). La speranza non è passivo ottimismo ma, al contrario, “è combattiva, con la tenacia di chi va verso una meta sicura” (Angelus, 6 settembre 2015).
Quindi la speranza cui dobbiamo aspirare noi capi scout è questa virtù che ci spinge ad agire un cambiamento, un cambiamento volto alla nostra civitas.
Allora lasciamoci trasportare anche dalle parole del “nostro” Presidente della Repubblica
“Adesso la sfida è la ripartenza che, per essere efficace, deve vederci capaci di profondi cambiamenti: mutare i nostri stili di vita, … e, al tempo stesso, migliorare la vita delle persone e delle comunità. (MATTARELLA Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella Palazzo del Quirinale, 20/12/2021 (I mandato)
Allora non ci rimane che ACCENDERE o RIACCENDERE la speranza per vincere le sfide del cambiamento che ci aspetta!
Buon servizio.
Tiziana Tornabene
