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Il nuovo Sicilia Scout è uno “spazio” di lettura e analisi della scautismo siciliano e del ruolo che in essa deve avere l’AGESCI, quindi uno strumento di riflessione e di formazione. 

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Segreteria regionale Agesci:
Telefono: 095.41 65 61 
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Una storia che racconta, la memoria che plasma!

06-06-2022 15:59

Vincenzo Pipitone

In Evidenza, focus, 2022,

Una storia che racconta, la memoria che plasma!

Come funziona il nostro cervello?  Come facciamo ad immagazzinare i ricordi, gestire il nostro organismo, elaborare i segnali in arrivo dall’esterno e

Come funziona il nostro cervello?  Come facciamo ad immagazzinare i ricordi, gestire il nostro organismo, elaborare i segnali in arrivo dall’esterno e, soprattutto, ragionare attraverso questo unico e misterioso organo? I neuroscienziati ci dicono che fino a 30 giorni prima della nostra nascita produciamo oltre 4.000 neuroni al secondo, poi la produzione si blocca ed inizia la creazione di connessioni tra le cellule che durerà per tutta la vita. Ogni informazione che proviene dall’esterno viaggerà fino a giungere in una parte della corteccia cerebrale attraverso le sinapsi, le connessioni, creando un “sentiero neuronale”. Così il percorso se frequentemente “battuto” creerà una traccia sempre più visibile, aiuterà la memoria, che a sua volta modellerà la nostra identità.

 

Tracce e sentieri battuti, memoria, identità, termini ricorrenti che guidano i nostri passi, utili perché questo percorso di andata e ritorno confermi chi siamo stati, chi siamo. Qual è stato il nostro passato, qual sarà il nostro futuro, cosa recuperiamo, cosa lasciamo.

 

Tracce e sentieri battuti. Celebrare il ricordo della strage di via d’Amelio non è vuoto rituale, ma una storia che racconta perché si creino forti connessioni (sinapsi!) tra la generazione che c’erano, quella che ci sono, ci saranno. Il 18/19 luglio di ogni anno, ed ancor più quello del 2022, trenta anni dalla strage, è utile esercizio per la memoria che plasma la nostra identità. Compito che va ripetuto, rinnovato, rigenerato, perché ciò che è stato non sarà, perché per “educare i figli” (il testimone di Paolo per noi capi scout) è necessario ripetere, ripetersi, incessantemente.

 

Memoria. In terra di Sicilia, terra aggraziata dotata di bellezza attraente e disgraziata, l’impegno contro la cultura mafiosa non può subire interruzioni, la memoria si fa operante o non si fa. Ecco spiegato il motivo del nostro ripeterci, talvolta con maggiore attenzione, talvolta un po' meno (ma si sa “il meglio è il nemico del bene!”), ma senza alcuna fermata, sarebbe un tradimento nei confronti della Sig.ra Maria Pia, di Rita, madre e sorella di Paolo, un torto a quanti hanno voluto, piantato, curato l’ulivo palestinese della pace, interrato lì dove sono caduti gli eroi (1).

 

Identità. Se vi capiterà di andare in Piazza Pasquale Paoli a Roma, sede nazionale dell’’Agesci, sulle pareti vi accorgerete che una delle prime immagini all’ingresso, se non la prima, è quella che ricorda la marcia del ’92, quando con Paolo e Rita da Piazza Magione (luogo in cui Giovanni e Paolo vissero la loro infanzia) fino alla Chiesa di San Domenico (il famedio dei palermitani, ora luogo di sepoltura di Falcone) migliaia di scout giunti da tutte le regioni del Belpaese raccolsero il testimone. Che senso ha? Perché tra le prime immagini nella sede nazionale? Perché percorrendo quei pochi chilometri che separano i due luoghi, ci siamo riappropriati della nostra città. Perché Palermo, in quel momento e da quel momento è nostra, mica solo dei palermitani: eh! Perché, diciamolo francamente, in quelle poche ore dall’inizio della marcia alla fine della veglia, siamo diventati altro! Prima eravamo, da quel momento siamo! Da “aquile a volpi randagie” osservò poi qualcuno acutamente, perché la lotta è diventata impegno, si è fatta identità. A proposito avete visto le foto del calendario AGESCI di quest’anno del mese di luglio?(2)

 

Ed allora tutti in Via D’amelio il prossimo 18/19 luglio 2022 perché la “mafia è una montagna di merda” occorre ripeterselo ogni giorno, ogni istante della nostra vita, così i sentieri diventeranno tracce visibili, si faranno memoria, forgeranno identità e tutto avrà un senso. E così, parafrasando Paolo Borsellino, “dimostriamo a noi stessi ed al mondo che Falcone e Borsellino sono ancora vivi”.

Vincenzo Pipitone

 

 

 

 

1. Qui una delle rare interviste alla madre di Paolo Borsellino che con Rita spiegano il senso di quell’albero: https://www.rainews.it/tgr/sicilia/video/2018/08/sic-rita-borsellino-maria-pia-lepanto-561ef492-d5d9-4e84-9dc9-1eea657b82db.html  

 

2. Qui un video della fiaccolata del ’92: https://www.youtube.com/watch?v=exblBpvWgSw&t=610s

 

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