Sogna, ragazzo sogna
Non cambiare un verso della tua canzone
Non lasciare un treno fermo alla stazione Non fermarti tu
Se è vero che le Speranze sono sogni, aspirazioni, desideri piccoli e grandi che proviamo a costruire, la risposta alla domanda: “I ragazzi, sperano?” non può che essere “Eccome se sperano!”
Noi adulti riceviamo da loro continui messaggi di Speranza: attenti a sostenere i loro sogni, i giovani hanno ideali chiari, lontani da ogni pregiudizio. Hanno voglia di partecipare alle scelte che riguardano il loro futuro, lottando per la sostenibilità di un mondo che stiamo lasciando loro il meno sostenibile possibile. Lottano perchè vengano riconosciuti i diritti di tutti, contro le violenze di genere e contro il razzismo. E lo fanno a loro modo, partendo dai social media fino a riempire le piazze. Pensare che i giovani siano apatici e disinformati è diventato ormai un luogo comune, un'etichetta che appare comodo far indossare a ragazzi e ragazzi quando vedono il mondo in maniera diversa rispetto agli adulti. La Speranza è infatti quella cosa che fa luccicare e brillare gli occhi dei giovani, perché non è altro che la prospettiva di cambiamento in positivo che ognuno di noi ha e cuce addosso al proprio progetto di vita. E, anche se piccola, tutti ne siamo dotati, tutti la coltiviamo la nutriamo la facciamo crescere.
E ti diranno parole rosse come il sangue
Nere come la notte
Ma non è vero, ragazzo
Che la ragione sta sempre col più forte
Spesso però sono proprio gli adulti a infrangere le Speranze dei giovani, facendoli apparire come sfaticati e mettendoli in uno stato di continue ansie da prestazione, con un atteggiamento spesso iperprotettivo che rifiuta di dare responsabilità̀, di far decidere da sé. Gli adulti dovrebbero accettare che non avere le loro stesse preoccupazioni non è sinonimo di leggerezza, è semplicemente una visione diversa del futuro, con più flessibilità, lontano dagli schemi rigidi imposti e con la voglia di poter esprimere se stessi.
E allora, questi giovani, disperano? Eccome se disperano. Disperano quando non sanno scalfire l’immobilismo di un sistema granitico, disperano quando vengono calpestati i loro sogni (e quindi le loro Speranze), quando non vengono riconosciuti per quello che sono e quello che pensano, quando vengono paragonati alle generazioni passate. E' la generazione “No bla bla bla” che sa analizzare la realtà in modo lucido, che non vede barriere tra digitale e mondo fisico, e gli adulti devono accettarlo, ridando loro motivi di Speranza, cercando di "restituire futuri possibili".
Sogna, ragazzo, sogna
Ti ho lasciato un foglio Sulla scrivania
Manca solo un verso
A quella poesia Puoi finirla tu
La Branca E/G include nella fascia di età dei suoi componenti quel momento magico all’interno della vita di ognuno di noi dove la Speranza raggiunge i massimi livelli, quasi assumendo carattere di disillusione.
La Speranza, ossia la prospettiva di cambiamento di un determinato stato, assume spesso le caratteristiche di “ignoto”, perché non sempre tutto è sotto il nostro controllo. Ecco allora che Speranza in Reparto fa rima con Avventura, “andare oltre sé, verso l’ignoto”. E, se in Branca E/G “respiriamo verde Avventura”, allora siamo proprio noi Capi a dover fornire le occasioni affinchè i nostri EG possano sperare, e non disperare. E come? Sperimentando delle attività di successo, di livello incrementale e proporzionate all’età dei nostri EG. Il raggiungimento di questi piccoli successi personali non fa altro che aumentare la propria autostima, far comprendere quali sono i talenti che Dio ci ha dato e che possiamo dare e fare ancora di più. In tale senso, impegni, mete, specialità e brevetti non sono altro che un progetto di competenza che ha proprio questi obiettivi! Le Speranze ci indicano la direzione, fanno parte dei nostri progetti per il futuro. Senza Speranza non c'è progettazione.
Infine, il Capo in Reparto non può non utilizzare e fare proprio l’elemento del metodo “interdipendenza tra pensiero ed azione”, con il quale collegare le speranze dei nostri EG al “fare” e allo scommettersi in prima persona. In questa chiave, “lo stile dell’impresa” e lo sviluppo delle imprese nelle varie strutture del Reparto rappresentano un passaggio imprescindibile nell’educare e creare giovani che possano effettuare esperienze di successo, autonomia, competenza e responsabilità. Ma mai fini a sé stesse. Anzi, l’Impresa diventa una palestra in cui ogni EG si allena a diventare fautore e protagonista del proprio cambiamento di vita, dove alimentare le speranze che possa essere proprio io a cambiare il mondo che ho trovato.
Marilinda, Eugenio e Manuela