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Il nuovo Sicilia Scout è uno “spazio” di lettura e analisi della scautismo siciliano e del ruolo che in essa deve avere l’AGESCI, quindi uno strumento di riflessione e di formazione. 

Il nuovo Sicilia Scout è uno “spazio” di lettura e analisi della scautismo siciliano e del ruolo che in essa deve avere l’AGESCI, quindi uno strumento di riflessione e di formazione. 

Segreteria regionale Agesci:
Telefono: 095.41 65 61 
segreteria@sicilia.agesci.it

 

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Farci rete: ruolo dell’associazione in relazione con le altre realtà educative del territorio siciliano

28-03-2022 19:22

Redazione

In Evidenza, focus, 2022,

Farci rete: ruolo dell’associazione in relazione con le altre realtà educative del territorio siciliano

…“ l’omu assicùta sempri l’animàli; ma è vera stòriaquannu cû cumpèti pô vìncirila lotta tali e quali.”…(da “La pesca del pescespada” di Walter Ignazi

di Franco De Luca

…“ l’omu assicùta sempri

 l’animàli; ma è vera stòria

quannu cû cumpèti pô vìnciri

la lotta tali e quali.”…

(da “La pesca del pescespada” di Walter Ignazio Preitano)

 

Lillo, quella mattina, aveva indugiato un po’ più del solito sulla veranda di casa, a Torre Faro.

A due passi dal mare, col piccolo balcone che si affacciava sulle acque dello Stretto, poteva ammirare le feluche che prendevano il largo a pesca di pescespada, tra i canti propiziatori dei pescatori e le luci dell’alba che accendevano di nuovo giorno i monti dell’Aspromonte calabrese. Lui, capo squadriglia degli “Albatros” realizzò subito che, certamente, sulla feluca si vivesse come nella sua squadriglia. C’era una gerarchia fatta di competenze e responsabilità, c’erano i posti d’azione e tutto filava liscio solo se ognuno avesse fatto il proprio lavoro. Questi pensieri avevano estraniato, per un attimo, Lillo dal presente e solo la voce squillante della madre, che gli intimava di prendere la cartella per andare a scuola, lo riportò immediatamente alla realtà quotidiana.

Mi piace riprendere i pensieri di Lillo, uno dei nostri scout, per tentare di delineare, con la massima precisione possibile, il ruolo che la nostra Associazione ha, oggi, nella vita dei nostri ragazzi e su come essa si interfacci con le altre realtà educative che caratterizzano la vita dei giovani di oggi in Sicilia.

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Rischiando di cadere nell’autoreferenzialità, ammetto che la prima ed esclusiva caratteristica che riconosco alla proposta scout è certamente la sua trasversalità sociale. In una regione nella quale la vita di troppe famiglie diventa sempre di più una lotta per la sopravvivenza, non solo economica ma soprattutto sociale e identitaria, la famiglia rappresenta senza alcun dubbio il perno fondamentale sul quale si basa la crescita di ogni ragazzo ma, sempre più spesso, la sua disgregazione (non solo frutto della separazione dei genitori) priva il giovane di chiari punti di riferimento.

È fin troppo evidente che la famiglia rappresenti la prima realtà con la quale l’Associazione debba confrontarsi e rendere complementare la sua azione, nella necessità di affiancarla nell’educazione dei giovani.

Ma non solo e non sempre la ricchezza economica connota realtà familiari bisognose di attenzione da parte di chi “fa educazione”. La povertà di relazioni poco significative completa spesso il quadro dei bisogni educativi non assolti dalle nostre famiglie e rende ancora più indispensabile l’azione di una moderna proposta scout socialmente e culturalmente trasversale e, pertanto, inclusiva di ogni realtà.

 

In questo contesto economico-sociale l’AGESCI deve impostare la propria azione educativa nell’intento di far sì che le nuove generazioni si possano dotare di strumenti migliori e più efficaci per aumentare la capacità di “produrre ricchezza” senza però (e questa è la grande sfida che l’Associazione deve vincere) perdere di vista l’uomo (educando o educatore) come entità centrale e “felice” e non come numero di produzione o soggetto capace solo di creare reddito. La ricchezza di cui parlo comprende anche e soprattutto la capacità di offrire ai ragazzi proposte per poter realizzare, da soli, quel modello relazionale ideale capace di attualizzare esperienze di relazione autentiche e significative, unico e vero bagaglio necessario per affrontare senza difficoltà l’età adulta.

Mai come in Sicilia la “filosofia della Strada e della Tenda” costituiscono vere e proprie armi contro l’arretratezza che gli attuali modelli culturali ed economici praticano sfrontatamente, basandosi su clientelismo, assistenzialismo ed arretratezza culturale e sociale spacciate per progresso buono e ricchezza facile. Lo scoutismo deve sempre più permettere ai giovani di affinare la loro capacità critica, ponendoli in condizione di progettare e programmare il proprio futuro.

Questa prerogativa che è insita nella proposta scout, può essere dirompente, rivoluzionaria, realmente alternativa, proprio nella nostra amata Isola.

Altra relazione privilegiata l’Associazione deve coltivarla con la scuola che, sebbene rappresenti una realtà educativa apparentemente simile a quella dell’AGESCI, se ne discosta di fatto, completandosi con essa, solo quando e dove vengano attivati percorsi virtuosi di collaborazione gruppo scout-scuola locale.

Il più delle volte la proposta AGESCI può consentire un salto di qualità rispetto a quanto la scuola offre, passando da una dimensione educativa unica per tutti ad una più “personale “ e meno “di massa”.

In generale la proposta scout sembra differire da quella della comunità scolastica ponendosi, tuttavia, in situazione di complementarietà e mai di contrapposizione, nel momento in cui propone modelli di crescita in autoeducazione a gruppi verticali di ragazzi (vedi squadriglie) e non a classi omogenee per età (vedi classe scolastica), differisce quando propone modelli di trapasso esperienziale e nozionistico tra pari età e tra diverse età, quando la collaborazione tra i ragazzi rappresenta un punto saliente nell’opera educativa e quando mai l’aiutare l’altro viene interpretato come un “copiare dal compagno”. Tuttavia, nonostante alcune differenze che potremmo definire “operative”, la proposta scout può benissimo correlarsi a quella di una scuola che, negli ultimi anni, ha fatto passi da gigante nell’essere, da dispensatrice di nozioni, vera agenzia educativa, che crede in una proposta educativa globale. In quest’ottica, un contatto continuo e costruttivo con la scuola locale è indispensabile per modulare e far fronte comune nella ricerca, prima, e nel soddisfacimento, dopo, dei bisogni educativi di ogni studente-scout.

Ecco, quindi, che un continuo contatto tra famiglia, scuola e scoutismo diviene una scelta vincente ed irrinunciabile.  

Lo scout acquisisce, fin da Lupetto, quelle competenze che gli permetteranno di vivere felicemente e attivamente la sua vita indipendentemente dal ruolo, più o meno prestigioso, agli occhi della comunità e della sua famiglia, che assumerà da adulto. Il metodo che egli acquisirà negli anni di vita scout potrà spenderlo in ogni consesso umano distinguendosi per capacità di ascolto, sintesi e possibilità di risolvere problemi (problem solving) con fantasia e creatività.

In quelle realtà nelle quali la scuola non rappresenta un “luogo di condivisione” la sede scout può sopperire come realtà significativa, rappresentando quel sito dove i ragazzi si possono incontrare dopo l’orario delle lezioni e possono sperimentare la vita sociale, l’impegno personale e comunitario, le scelte Politiche, il servizio, la crescita culturale e spirituale.

È evidente come famiglia e scuola possano rappresentare da sole più dell’80% delle realtà con le quali, ogni giorno, la nostra associazione si deve confrontare, non per contrapporsi, ma per divenirne complementare. Il capo scout non è un professionista dell’educazione, ma un cittadino competente che si mette a servizio del prossimo con un metodo educativo che mira al singolo per educare la comunità.

Anche in altre realtà che vivono i nostri scout, fuori dalle nostre attività, traspare in maniera importante l’azione “Politica” che i capi mettono in essere nel proporre un’educazione scout.

Pertanto, in tutti gli ambienti frequentati dalla gioventù, che siano parrocchie o gruppi sportivi oppure il semplice cortile sotto casa, l’essere cresciuti col metodo scout fa grande differenza proprio in una realtà come la nostra nella quale troppo spesso, purtroppo, è viva una cultura di sopruso, emarginazione, mafiosità e connivenza.

Essere scout in Sicilia può sembrare più difficile che in altre parti d’Italia, ma questa sfida ci può rendere solo più forti e risoluti. Il mettere in pratica la Legge scout fuori dalle attività rende la proposta AGESCI permeante per l’intera vita di un giovane e ne fa un “diverso” proprio in contesti come il nostro nei quali l’omologazione delle masse giovanili rappresenta un chiaro metodo di controllo.

Noi, Capi dell’AGESCI in Sicilia, dobbiamo essere grati allo scoutismo perché ci permette, con proposte semplici ed essenziali, di scardinare i presupposti per perpetrare scelte scellerate che hanno fatto, troppo spesso, di una culla di civiltà luogo di sviluppo per svariate e malate subculture.

Sul fare del tramonto Lillo torna a casa, ha vissuto in sede una importante riunione di squadriglia durante la quale, insieme ai suoi ragazzi, ha pianificato l’uscita del giorno dopo. Dà un’occhiata fuori dalla sua finestra mentre il sole lascia gli ultimi raggi sulle acque argentine dello Stretto. Scilla e Cariddi sembrano dormire nell’attesa di un nuovo giorno. Lillo ripone il suo fazzolettone sulla testiera del letto e, poco prima di addormentarsi, pensa per un attimo alla fortuna che ha avuto quando ha deciso di far parte di un grande e avventuroso gioco, che oggi lo rende felice e che domani (ma lui non lo sa) lo completerà come “uomo della partenza”, pronto a servire nel mondo.

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