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Il nuovo Sicilia Scout è uno “spazio” di lettura e analisi della scautismo siciliano e del ruolo che in essa deve avere l’AGESCI, quindi uno strumento di riflessione e di formazione. 

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La prima legge regionale sull’accoglienza in Sicilia

16-05-2022 16:48

Carmelo Caruso

In Evidenza, focus, 2022,

La prima legge regionale sull’accoglienza in Sicilia

Lo sapevate che la Sicilia, frontiera del Mediterraneo, è una delle regioni italiane priva di una legge che normi e regoli l’accoglienza e l’inclusion

Lo sapevate che la Sicilia, frontiera del Mediterraneo, è una delle regioni italiane priva di una legge che normi e regoli l’accoglienza e l’inclusione?

Mi correggo: lo era fino a pochi mesi fa. Perché il 20 luglio 2021 l’Assemblea Regionale Siciliana ha approvato (all’unanimità!) il Disegno di Legge 273 del 15/06/202, la prima leggere regionale sull’accoglienza in Sicilia!

Questo, di per sé, costituisce giù una notizia. È un risultato storico e un traguardo di viltà per la nostra regione. E poi, ve li immaginate tutti i partiti dell’arco costituzionale a concordare unanimemente su una legge su accoglienza e immigrazione?

Eppure è successo.

Ma questo non è l’unico motivo per cui questo fatto costituisca una notizia. Un altro elemento di straordinarietà e d innovazione è costituito dal modo in cui questa legge è stata scritta. Essa è in fatti frutto di un intenso lavoro di co-progettazione promosso e coordinato dalla rete regionale di realtà del Terzo Settore chiamata “L'isola che c'è” e a cui hanno contribuito 23 deputati regionali espressione di diverse forze politiche, circa cinquanta soggetti tra associazioni, imprese sociali, cittadini attivi, sindacati ed Enti del Terzo Settore (tra cui l’Agesci Sicilia), ed altri soggetti regionali e nazionali, quali Anci, Arci CGIL, CISL, UIL, Croce Rossa e UNHCR, che hanno avuto modo di esprimere pubblicamente il proprio sostegno all’iniziativa.

Ma cosa significa co-progettazione?

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Il percorso di scrittura di questa legge parte da lontano: il 15 giugno 2020 la prima bozza del testo, scritta tra cittadini e deputati regionali, viene depositata (a firma di quattro gruppi parlamentari: Partito Democratico, Movimento Cinque Stelle, Italia Viva, Gruppo Misto) presso la Commissione Affari Istituzionali dell’ARS.

Da allora numerosi sono stati i momenti di analisi e confronto tra cittadini e istituzioni su un Disegno di Legge che ha registrato sempre crescente consenso e supporto da parte dell’opinione pubblica e delle organizzazioni di settore, attirando la curiosità e l’approvazione anche delle restanti forze politiche: tavoli partecipati, dibattiti pubblici e momenti di approfondimento in giro per la Sicilia, che hanno coinvolto tutti i segmenti della società ed hanno visto anche il protagonismo della Chiesa siciliana.

Insomma, finalmente un’occasione per discutere e confrontarsi, tutti, su un tema così importante e delicato, sul merito, senza polemiche, ascoltando tutti e dando spazio a chi davvero lo vive sulla propria pelle e possiede le conoscenze e le competenze per trasformarlo da un problema ad una risorsa per la nostra terra.

Infine, era anche doveroso per la nostra regione dotarsi di una legge che vada a colmare un vuoto normativo ingiustificabile, specie alla luce dell’attuale momento storico che la Sicilia vive come terra di frontiera geografica e socioeconomica.

Cosa prevede questa norma?

Come si può leggere nel testo ufficiale, essa mira a considerare il fenomeno migratorio una realtà ordinaria, da affrontarsi con politiche pubbliche strutturali, programmate e integrate con strategie e sistemi di welfare locale (istruzione, servizi educativi, tutele e diritti). Si prevede, inoltre, una governance condivisa, con la collaborazione tra i diversi livelli istituzionali e gli attori locali coinvolti nell’ambito dell’accoglienza, improntata sui princìpi di sussidiarietà, solidarietà e coesione sociale, definendo ambiti territoriali, indirizzi e meccanismi di coordinamento e monitoraggio tra attori con ruoli diversi.

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Particolarmente significativa sarà, poi, l’istituzione di un elenco dei mediatori culturali, affermando il riconoscimento di una figura professionale centrale nel settore dell'accoglienza e dell'inclusione e colmando un vuoto normativo per garantire la tutela di chi lavora in questo settore. Un’attenzione, dunque, non soltanto verso le condizioni di vita degli immigrati, ma anche verso quelle dei membri della comunità accogliente, a partire da quelle esigenze basilari di benessere, legalità e giustizia che permettono una vita dignitosa per tutti coloro che si trovino a vivere o soggiornare nella nostra regione.

Beh, possiamo dire di essere orgogliosi di aver fatto parte di questa piccola grande impresa, che però non è di certo conclusa! Adesso viene il bello, ed anche la parte più difficile: rendere concreto ed efficace per i nostri fratelli e sorelle mediterranei quanto previsto da questa legge. 

 

Carmelo Caruso

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