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Il nuovo Sicilia Scout è uno “spazio” di lettura e analisi della scautismo siciliano e del ruolo che in essa deve avere l’AGESCI, quindi uno strumento di riflessione e di formazione. 

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I bambini SONO speranza* - LA PAROLA ALLE BRANCHE

19-12-2022 17:04

Redazione

quadrimestrale dicembre 2022,

I bambini SONO speranza* - LA PAROLA ALLE BRANCHE

“Non moriremo presto” Quel giorno era un giorno come un altro, un giorno sereno ed incredibilmente senza intoppi; a conclusione di una lunga giornata

“Non moriremo presto”

 

Quel giorno era un giorno come un altro, un giorno sereno ed incredibilmente senza intoppi; a conclusione di una lunga giornata ognuno di noi, ogni componente del Cerchio Quercia Felice, doveva scrivere e donare una lettera con parole di Vera Gioia ad un altro fratellino del cerchio. Tra tutte a me arrivò questa, semplice, essenziale, diretta:

 

“Non moriremo presto”.

 

Inizialmente più che Gioia questa lettera creò in me forte turbamento; la condivisi subito con tutto lo staff ed immediatamente cominciammo a riflettere su chi potesse averla scritta, su quali traumi incredibili questo fratellino o sorellina poteva aver subito, sulle nostre relazioni educative e sui giochi e le esperienze che avevamo proposto negli ultimi tempi. Iniziammo un vero lavoro certosino a caccia del “problema”, dell’errore di sistema, perché si sa che un bambino a questa età certe cose non le deve neanche nominare, figuriamoci scriverle o pensare.

 

Certo a questa età non ci si aspetta un pensiero ipotetico-deduttivo, perché non hanno ancora acquisito la struttura per ragionare ad un livello così astratto. Eppure, se quel pensiero non fosse l’espressione di un disagio ma una Speranza Maestosa? Una di quelle che ti mette le ali e ti fa affrontare il futuro con fiducia? La stessa Cocci ad un certo punto del suo cammino <<fece un sogno molto strano: volava ad altissima quota, sicuramente nella realtà non raggiungile da una piccola cocci. [..] “ECCOMI!” gridò Cocci più forte che poteva...e il sogno svanì.>>

 

Chi siamo noi adulti per disinnescare e sminuire i delicati e profondi meccanismi della meraviglia e dell’immaginazione dei nostri ragazzi? E poi, in fondo, pensare di non morire presto, che i nostri genitori e tutti i nostri cari domani si risveglieranno e sarà ancora una giornata insieme…non è forse la Gioia più grande e vera di ciascuno di noi?

 

D’altronde sin dai primi momenti di vita i bambini si allenano a partecipare alla vita con il gioco simbolico, utilizzando un pensiero per analogie che gli permette di padroneggiare le circostanze, di comprendere il nesso degli eventi ed in ultimo, perché no, di aprire il pensiero ad analogie più larghe…immense. Ecco il perché di alcuni strumenti pregnanti la nostra branca LC, come il perpetuo gioco dell’Ambiente fantastico, un’immersione totale nel pensiero simbolico, senza limiti di spazio e di tempo, con poche regole ed un linguaggio tutto suo da inventare esperienza dopo esperienza.  Un gioco essenziale, che dobbiamo preservare dalla aridità cognitiva che deriva dalla continua esposizione a tablet o cellulari, dove non è necessario elaborare un pensiero da giocare, ma basta stare seduti limitandosi ad eseguire o osservare.

 

Questo esercizio educativo, raro da trovare a scuola o in occasioni formative formali, questa continua elaborazione, questa palestra dell’immaginazione porterà i nostri bambini a compiere delle analogie soprattutto basandosi sulla loro quotidianità…ma non può bastarci. Come educare ancora ad ampliare gli orizzonti? Come rendere questi confini ampi, liberi da regole adultiformi e nastri che imbrigliano i confini del pensiero? Attraverso la scoperta della competenza, la scoperta di poter approfondire ed impadronirsi della realtà, agendo e sperimentando nel concreto i propri talenti. Non semplicemente un esercizio di tecnica, ma l’arte su misura per i nostri fratellini e sorelline guidata dal paradigma “osservo-IMMAGINO-agisco” per poi contemplare. Non il saper fare fine a sé stesso, ma la scoperta di essere una persona che può modificare la realtà attraverso uno stile di pensiero sicuramente unico ed irripetibile. Ecco allora forse la chiave della Speranza con la S maiuscola, quella che vince i confini dell’oggi, delle pareti della mia cameretta. Liberiamo la Terra Sacra dei nostri fratellini e sorelline dai nostri ingombranti schemi mentali, e apriamo la porta alla possibilità: diamo loro la possibilità di condurci per mano dove noi stessi non siamo più in grado di andare.

 

<<Akela! Akela!>> gridò Mowgli, battendo le mani […]. Abbiamo una grossa impresa per le mani!>>

 

 

Daniele, Francesca e Padre Giuseppe

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* “I bambini sono speranza”, di Francesco (Jorge Mario Bergoglio) (Autore), Antonio Spadaro (Curatore), Sara Pietrafesa (Traduttore), ed. Salani, 2020

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