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Il nuovo Sicilia Scout è uno “spazio” di lettura e analisi della scautismo siciliano e del ruolo che in essa deve avere l’AGESCI, quindi uno strumento di riflessione e di formazione. 

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La Legge è Legge: una legge di accoglienza

02-05-2022 17:41

Redazione

In Evidenza, focus, 2022,

La Legge è Legge: una legge di accoglienza

“Eccomi!” ed il gioco ebbe inizio…ogni volta che racconto la semplicità disarmante con la quale una piccola Cocci, caduta all’interno di una buia cave

1di  Francesca Cucinotta e Daniele Drago - Incaricati Regionali brance L/C

 

“Eccomi!” ed il gioco ebbe inizio…ogni volta che racconto la semplicità disarmante con la quale una piccola Cocci, caduta all’interno di una buia caverna scavata nel terreno, prende coraggio e si affida all’accoglienza di una formica sconosciuta non posso fare a meno di pensare a quante volte nel nostro servizio ci capita di trovarci nei panni di Cocci o di Formica Mi.

 

Quando Bhekisisa arrivò in Italia, dalla sua amata Africa, non conosceva neanche una parola della nostra lingua. La prima volta che la portarono in sede si nascondeva dietro la sua nuova famiglia affidataria e non aveva nessuna intenzione di entrare in Cerchio a giocare con noi; mi avvicinai e scorsi due occhietti brillanti e curiosi che sbirciavano da dietro una giacca: bastarono poche parole in un inglese stentato ed il gioco pian piano ebbe inizio!

 

La curiosità per la nuova arrivata spinse ogni fratellino e sorellina ad inventare sempre nuove strategie per comunicare con lei, avviando una vera e propria gara di creatività: chi parlottava un inglese improvvisato utilizzando il ristretto vocabolario imparato a scuola (con il principale risultato di passare il tempo ad indicare a Bhekisisa tutte le penne, tavoli e sedie presenti all’interno della sede), chi cercava di disegnare in maniera incomprensibile le domande che voleva porgerle e chi gesticolava così tanto da realizzare una vera e propria danza! La naturale contaminazione di tutti questi nuovi stili comunicativi si tramutò pian piano in un linguaggio codificato, costituito da una grammatica e una sintassi propria: un codice nuovo, fatto di gerghi, gesti e simboli, il linguaggio privilegiato della nuova comunità.

 

<<Ma il lupo era un animale coraggioso e gentile, e vedendo che il bimbo non aveva paura di lui, lo prese delicatamente con i denti come un cane fa coi propri cuccioli e lo portò nella sua tana>>1

 

L’anno seguente, nel nostro cerchio arrivò Daria, una bambina affetta da sindrome di Down, buffa, minutina, molto socievole ma con importanti difficoltà di linguaggio. Non ci fu certo bisogno di grandi cerimonie per convincerla a giocare con noi, ma proprio per la difficoltà nel capire il suo linguaggio gli altri fratellini e sorelline cominciarono a giocare meno con lei e a lasciarla spesso un po' isolata. Fu in quel momento che Bhekisisa decise di prendersi cura della nuova arrivata, accogliendola ed aiutandola durante i nostri voli.

 

Ogni anno attendiamo con trepidazione quel momento in cui cuccioli e cocci entrano in branco e in cerchio, allargando gli orizzonti e rifondando la nuova comunità. Ma se stiamo bene attenti ad osservare le più piccole cose, ci sarà chiaro sin da subito che ogni nostro gesto può raccontare agli altri il nostro stile di accoglienza. Non si tratta infatti di preparare un ‘momento’ di accoglienza o di ‘giocare’ l’accoglienza di qualcun altro: accogliere non è un’azione ma un modo di essere.

 

In un clima di Famiglia Felice i nostri fratellini e sorelline sperimentano la gioia di sentirsi accolti e rispettati in maniera continuativa, la Parlata Nuova e la relazione educativa insegnano loro la fiducia verso l’altro e la Legge e la Promessa ci indicano un sentiero da percorrere per donare agli altri quanto abbiamo ricevuto, aprendo la strada con il primo passo: pensare agli altri come se stessi. Attraverso il Consiglio della Rupe e il Consiglio della Grande Quercia sperimentano ed imparano ad accogliere ed accettare anche il pensiero e le idee degli altri: Donne e Uomini di domani, che hanno già oggi piena dignità e capacità di Cittadinanza Attiva.

Queste esperienze fondanti, insieme agli incontri di Cocci e i maestri di Mowgli, racconti dell’Ambiente Fantastico, accompagneranno il branco ed il cerchio nella fondazione di una comunità che si prende cura di tutti e per questo educante. Una comunità che non solo accoglie le diversità ma le valorizza e le trasforma in punto di forza per tutto il branco/cerchio. L’esercizio continuo di accoglienza degli altri, predisporrà infine i fratellini e le sorelline ad accogliere sé stessi, con i propri limiti e possibilità ed a vivere in maniera serena e fiduciosa i propri cambiamenti, continui e frequenti durante la crescita.

 

Tutte queste trasformazioni, questi mutamenti, non siamo noi capi a determinarli, non è possibile prevederli né già imporli attraverso giochi iperstrutturati: a noi capi spetta il compito di seminatore attento, di colui che semina e cura il germoglio dell’accoglienza, senza soffocare o forzare la maturazione del raccolto. Il capo che si sostituisce alle scelte del bambino, che persuade e non lascia spazio ad una scelta d’azione libera e personale non sta compiendo una azione educativa, bensì sta compiendo un lavoro da ‘istruttore’, impartendo determinate nozioni ed esercitando particolari comportamenti che verranno presto dimenticati e non generalizzati nella vita di tutti i giorni. Senza paura allora scegliamo di fornire loro esperienze significative che prevedano uno spazio in mano ai bambini per “esprimere le proprie intuizioni originali e di crescere così nella libertà inventando nuove risposte alla vita con l'inesauribile fantasia dell'amore” 2.

 

Accoglienza significa quindi per noi capi anche disponibilità nei confronti delle scelte dei bambini.

 

Accoglienza per noi capi educatori significa aprire le porte, ‘fare spazio’ ed arricchire i nostri branchi e cerchi ad un pluralismo di etnie, religioni (come il nostro patto associativo ci insegna) ed anche, perché no, disabilità.

 

Qualunque sia la diversità che ci caratterizza, sarà bene allora come educatori tenere sempre ben presente la sicurezza di Baloo quando affermò che <<non c’è nulla da temere in un cucciolo d’uomo […]. Lasciatelo correre con il branco e sia accettato insieme agli altri>> e la saggezza della formica Bi che ricorda <<la Legge che sta al di sopra di tutte le altre per il nostro popolo: tutto tutti insieme>>, una legge di accoglienza.

 

 

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 1. Manuale dei Lupetti, Baden Powell – Ed. Scout Fiordaliso; 

 2. Patto Associativo, AGESCI (2000);

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